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Facciamo che io ero un superoe!

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L’albo di cui vi parlerò oggi è scritto e illustrato da Emma Adbåge il cui stile, solo in apparenza disadorno, ho già avuto modo di apprezzare nel picturebook La Buca già vincitore del Premio Andersen 2020 per la categoria 6\9 anni.

Una delle caratteristiche principali di questa grande autrice è la capacità di raccontare l’infanzia nella sua essenza, senza indugiare in falsi pedagogismi e schierandosi apertamente al fianco della stessa. E anche in questo albo riesce a raccontare con grande realismo le dinamiche, non sempre idilliache, che si innescano tra bambini.

Facciamo che io ero un supereroe!

di Emma Adbåge, Traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Beisler Editore 2021 – Età di lettura dai 5 anni

Siamo in un’aula della scuola dell’infanzia. Quando Nils arriva resta molto deluso perché Jocke, il suo compagno di giochi, non c’è. e così, con il viso rabbuiato, si ranicchia in un angolo. Pia vede arrivare Nils e così si avvicina:

Giochiamo NOI DUE ai supereroi!

facciamo che
facciamo che io ero un supereroe! di Emma Adbåge, Traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Beisler Editore 2021

Pia prende il mantello da Batman dalla scatola dei travestimenti. Nils resta quasi spiazzato dalla proposta di Pia, ma poi l’idea sembra piacergli anche se…

Sì, però facciamo che io ero Batman!

Pia comincia a strillare, in fondo lo aveva detto prima lei. Ma subito i due riescono a trovare un accordo:

Sì, ma allora facciamo che io avevo degli artigli speciali e mi arrampicavo da tutte le parti, proprio come i gatti!

Ed ecco che i due protagonisti iniziano a tessere la trama delle loro storie mentre l’aula scolastica diventerà il loro palconscenico speciale che, di pagina in pagina, si trasformerà in isola, mare, giungla, grotta, montagna, capanna. Le dimensioni dello spazio e del tempo nel gioco non rispettano alcuna recola. E così, alla fine delle avventure di Batman e Gattino i due si ritroveranno per terra a ridere a crepapelle, scoprendosi così amici.

facciamo che
facciamo che io ero un supereroe! di Emma Adbåge, Traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Beisler Editore 2021

E cosa fanno allora due amici così? Ma è ovvio, riprenderanno a giocare…ma a parti invertite!

“Facciamo che…”, i bambini e il gioco simbolico

“Facciamo che io ero” una frase che come una formula magica è in grado di catapulare i bambini in mondi paralleli e fantastici, dove tutto ciò che accade valica le logiche del reale. E così i bambini transitano senza sforzo alcuno attraverso diversi ruoli e identità, affrontando mostri e risolvendo enigmi e problemi.

facciamo che
facciamo che io ero un supereroe! di Emma Adbåge, Traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Beisler Editore 2021

L’immaginazione così come il gioco sono una facoltà conoscitiva a tutti gli effetti. ll gioco è il linguaggio principale del bambino ed è il modo attraverso il quale scopre il mondo.

L’immaginazione infatti, lungi dall’essere una fantasticheria è un modo per conoscere più in profondità, grazie alle immagini e ai simboli che sono portatori di un sapere più integro e complesso rispetto alle nozioni ai concetti.

Francesca Antonacci, L’immaginazione ludica come facoltà conoscitiva, in Gioco e infanzia (a cura di Bobbio A. e Bondioli A.), Carocci 2020

Quella del gioco simbolico è dunque una fase molto importante per la crescita dei bambini proprio perché esercitano l’immaginazione e la creatività, imparano a riconoscere le emozioni proprie e altrui, esplorano mondi sconosciuti, esercitano abilità cognitive e relazionali, sviluppano le prime forme di pensiero astratto, arricchiscono il proprio lessico. Una vera e propria palestra per la loro mente.

Facciamo che
facciamo che io ero un supereroe! di Emma Adbåge, Traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Beisler Editore 2021

Gli studiosi individuano attorno ai due anni l’inizio del gioco simbolico, ma è nel periodo tra i tre e i sei anni che esso progredisce. I bambini iniziano a mettere in scena situazioni più complesse, veri e propri copioni con parti assegnate. Ma come ci mostrano Nils e Pia in questo meraviglioso albo illustrato, non mancheranno litigi per decidere “chi fa cosa”: riuscire a trovare un accordo diventa così una parte fondamentale dell’esperienza e della condivisione del divertimento.

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Mariapia Basile è fondatrice di Firmino, un progetto che nasce con l'intento di promuovere l'educazione alla lettura, l'inclusione, l'accessibilità e di diffondere la pratica della lettura condivisa ad alta voce. Avvocato e insegnante di sostegno nella scuola superiore di secondo grado, esperta di letteratura giovanile, realizza incontri e corsi rivolti a genitori, educatori, insegnanti.