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Il calendario dell’Avvento: la storia iconografica di Babbo Natale

Il calendario dell'avvento di Firmino 2020

Quest’anno Firmino ha ben pensato di proporvi un calendario dell’avvento inedito. Un viaggio attraverso l’iconografia della figura di Babbo Natale. Sarà un viaggio a interessante che ci porterà molto indietro negli anni, sino a giungere a quel signore rubizzo che tutti noi conosciamo.

Sono molte le storie e le leggende che circondano la figura di San Nicola.

La prima tradizione scritta risale all’opera di S. Metodio, morto nell’847, quasi 500 anni dopo la scomparsa di S. Nicola. Un episodio che spiega come S. Nicola sia poi divenuto l’uomo dei doni lo ritroviamo nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine:

Un suo vicino, che aveva tre figlie ancora giovani, aveva deciso, a causa dell’estrema povertà e
nonostante la nobiltà del casato, di spingerle alla prostituzione, per ricavare di che vivere da quello sconcio commercio. Il santo seppe la cosa, ne ebbe orrore e, avvolto dell’oro in un panno, di notte, attraverso una finestra lo gettò in casa del vicino e fuggì. La mattina, svegliandosi, il vicino trovò l’oro, rese grazie a Dio e con quella cifra maritò la primogenita. Non molto tempo dopo il servo di Dio rifece la stessa cosa. L’uomo trovò di nuovo l’oro e scoppiando di gioia e di gratitudine decise di far di tutto per riuscire a sapere chi era che rimediava in quel modo alla sua povertà. Dopo pochi giorni, raddoppiata la somma, Nicola gettò di nuovo il sacchetto dentro la casa; l’uomo, svegliatosi dal rumore, si mise a inseguire Nicola che fuggiva, gridandogli: “Fermati, fatti riconoscere!”. E, riuscito a raggiungerlo, riconobbe Nicola; subito si gettò a terra e cercò di baciargli i piedi, ma Nicola non volle e anzi gli fece promettere che non avrebbe mai rivelato la cosa a nessuno, per tutta la vita

In questa storia ci sono già tutti gli elementi che fanno intuire le motivazioni per le quali questo santo si sia poi trasformato in Babbo Natale. Una testimonianza interessante la ritroviamo anche nel Purgatorio, dove Dante scrive : “dalla larghezza che fece Niccolao alle pulcelle, per condurre ad onor lor giovinezza”. La logica della gratuità senza ricompensa, l’amore disinteressato a fin di bene quale segno di profonda contraddizione rispetto all’attuale società dei consumi.

1 Dicembre

St. Nicholas “Lipensky” (Russian icon from Lipnya Church of St. Nicholas in Novgorod), 1294

San Nicola lo ritroviamo come icona molto popolare in Olanda a far data dal dodicesimo secolo, nominato poi Sinterklaas nel dialetto olandese. Le prime attestazioni dei doni di San Nicola arrivano dal 1163 circa, anno in cui in suo onore venivano lasciati fuori dalla porta dolci e doni per i più poveri, ricordando la nota generosità del Santo. L’icona qui riportata è invece dell’anno 1294.

2 Dicembre

The examination and tryal of old Father Christmas, di Josiah King, 1686

Ci spostiamo nel XVII secolo, in Inghilterra, per ritrovare Babbo Natale rappresentato come Father Christmas, l’evoluzione della tradizione folcloristica del Wōden germanico, di cui assume i tratti positivi personificando la festività natalizia e lo spirito allegro. Compaiono già il cappello e la palandrana bordata di pelliccia che con le dovute modifiche l’anziano signore indossa tuttora. L’immagine proposta è quella presentata nell’opera The examination and tryal of old Father Christmas di Josiah King nel 1686 pubblicata poco dopo la restaurazione della festività del Natale in Inghilterra.

3 Dicembre

Ritratto di  St. Nicholas commissionato dalla New York Historical Society all’artista Alexander Anderson.

La figura di Babbo Natale spopolò in America nel 1800 grazie alla presenza dei coloni olandesi la cui cultura influenzò quella americana tanto che New York venne spesso chiamata New Amsterdam. Lentamente la figura di Babbo Natale comincia a delinearsi con quelle caratteristiche che poi lo accompagneranno sino ai giorni nostri. Tuttavia, da un punto di vista iconografico possiamo notare come resti immutato ancora l’aspetto e l’atteggiamento di religioso e santo. Tratti che poi andranno via via scomparendo per lasciare il posto ad una immagine più laica e popolare. Eccolo nella tavola di Alexander Anderson per la New York Historical Society, per la cena del 6 dicembre 1810.

4 Dicembre

A visit from St. Nicholas di C.C. More, illlustrazioni di T. C. Boyd, 1848

Siamo intorno alla metà del 1800. La figura di San Nicola continua nella sua evoluzione, ma la svolta laica avviene ad opera di un’opera A Visit from St. Nicholas , una celebre poesia natalizia statunitense, pubblicata per la prima volta nel 1823 in forma anonima ma ufficialmente attribuita a Clement Clarke Moore.

'Twas the night before Christmas, when all through the house
Not a creature was stirring, not even a mouse;
The stockings were hung by the chimney with care,
In hopes that St. Nicholas soon would be there;
The children were nestled all snug in their beds;
While visions of sugar-plums danced in their heads;
And mamma in her 'kerchief, and I in my cap,
Had just settled our brains for a long winter's nap,
When out on the lawn there arose such a clatter,
I sprang from my bed to see what was the matter.
Away to the window I flew like a flash,
Tore open the shutters and threw up the sash.
The moon on the breast of the new-fallen snow,
Gave a lustre of midday to objects below,
When what to my wondering eyes did appear,
But a miniature sleigh and eight tiny rein-deer,
With a little old driver so lively and quick,
I knew in a moment he must be St. Nick.
More rapid than eagles his coursers they came,
And he whistled, and shouted, and called them by name:
"Now, Dasher! now, Dancer! now Prancer and Vixen!
On, Comet! on, Cupid! on, Donner and Blitzen!
To the top of the porch! to the top of the wall!
Now dash away! dash away! dash away all!"
As leaves that before the wild hurricane fly,
When they meet with an obstacle, mount to the sky;
So up to the housetop the coursers they flew
With the sleigh full of toys, and St. Nicholas too—
And then, in a twinkling, I heard on the roof
The prancing and pawing of each little hoof.
As I drew in my head, and was turning around,
Down the chimney St. Nicholas came with a bound.
He was dressed all in fur, from his head to his foot,
And his clothes were all tarnished with ashes and soot;
A bundle of toys he had flung on his back,
And he looked like a pedler just opening his pack.
His eyes—how they twinkled! his dimples, how merry!
His cheeks were like roses, his nose like a cherry!
His droll little mouth was drawn up like a bow,
And the beard on his chin was as white as the snow;
The stump of a pipe he held tight in his teeth,
And the smoke, it encircled his head like a wreath;
He had a broad face and a little round belly
That shook when he laughed, like a bowl full of jelly.
He was chubby and plump, a right jolly old elf,
And I laughed when I saw him, in spite of myself;
A wink of his eye and a twist of his head
Soon gave me to know I had nothing to dread;
He spoke not a word, but went straight to his work,
And filled all the stockings; then turned with a jerk,
And laying his finger aside of his nose,
And giving a nod, up the chimney he rose;
He sprang to his sleigh, to his team gave a whistle,
And away they all flew like the down of a thistle.
But I heard him exclaim, ere he drove out of sight—
“Happy Christmas to all, and to all a good night!”

Nel 1848 ritroviamo la prima pubblicazione separata della poesia come libro per bambini. Le illustrazioni sono di Theodore C. Boyd. Nell’immagine San Nicola viene ritratto come un allegro signore intento a passeggiare sui tetti. L’aria è sempre più allegra, informale e gioiosa, molto distante dalla ieraticità delle prime raffigurazioni cristiane e da quelle più classiche che si potevano osservare solo qualche decennio prima.

Possiamo senz’altro dire che si tratta del momento più importante nella storia iconografica di questa figura. La laicizzazione di San Nicola avrà l’effetto di incrementarne esponenzialmente la sua popolarità, divenendo accettabile per qualsiasi fede religiosa.  

5 Dicembre

“A Christmas Furlough” di Thomas Nast, Harper’s Weekly 1863

Siamo nel 1863. Il fumettista Thomas Nast disegna Babbo Natale su un numero speciale di Harper’s Weekly. L’illustrazione dal titolo “A Christmas Furlough” riportava parecchi dettagli, tra cui quella figura incappucciata con le stelline sulla casacca. Casacca che era in questo caso divenuta più corta ma sempre bordata di pellicciotto. Qui inizia a somigliare al Santa Claus che conosciamo noi.

6 Dicembre

A visit from St. Nicholas di C.C. More, Pubblicato da L. Prang & Company, 1864

Restiamo in epoca vittoriana, ma approdiamo al 1864. Una nuova proposta illustrata dalla celebre poesia A Visit from St. Nicholas di  Clement Moore. Il libro è composto da 12 tavole che si chiudono a fisarmonica. Le illustrazioni non risultano attribuite a qualcuno in particolare, ma ricordano molto quelle di Nast. Qui ritroviamo Santa Claus senza pellicciotti con una bordatura riservata esclusivamente al cappello, e un colore degli abiti non esattamente classico ai nostri occhi, ossia nuances di giallo. In quegli anni non era atipico trovarlo raffigurato in colori diversi e inaspettati, dal verde al blu al giallo.

7 Dicembre

Santa Claus Sugar Plums, showing a red(ish) suited Santa Claus on sleigh with reindeer

Approdiamo al 1868. Babbo Natale inizia la sua carriera in pubblicità: la giacca inizia a volgere verso il più conosciuto rosso, con dettagli e profili verdi. Verde è il cappello così come la slitta, ma sembra non indossare i pantaloni. In questa illustrazioni fanno anche capolino anche le renne ben visibili a traino della slitta

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8 Dicembre

Santa Claus and His Works Thomas Nast( McLoughlin, 1869)

A partire dai disegni del gennaio 1863, Thomas Nast iniziò a plasmare anno dopo anno la figura di Babbo Natale che tuti noi oggi conosciamo. Ben 33 illustrazioni pubblicate ogni anno dall’ Harper’s Weekly. Nast è stato determinante nello standardizzare e nazionalizzare l’immagine di un allegro, gentile e corpulento Babbo Natale in un abito rosso bordato di pelliccia che consegnava giocattoli dal suo laboratorio del Polo Nord.

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Harper’s Weekly (New York), Volume 10, Number 522, December 29, 1866, page 825.

In Santa Claus and His Works, Nast media tra le caratteristiche della sua eredità tedesca (è nato in Baviera) e quelle del famoso poema del 1822 di Clement Clark Moore “A Visit From St. Nicholas” (comunemente noto come “Twas the Night Before Christmas ”). Ma l’artista aggiunge altri aspetti sviluppati dalla sua mente creativa e dalla sua penna di talento. L’effetto è quello di svelare gran parte del mistero dietro Babbo Natale presentando un resoconto più completo della sua vita, missione e casa. Invece di raffigurarlo semplicemente mentre consegna regali, l’intero processo del suo lavoro è dettagliato dalla preparazione all’esecuzione fino al recupero. È paffuto, con la barba bianca, il naso rosso, vestito tutto di pelliccia, porta il sacco di un venditore ambulante. Per adempiere al compito tradizionale di Babbo Natale di ricompensare i bambini gentili e punire i bambini cattivi, Babbo Natale utilizza un telescopio per localizzare i bambini buoni e registra il comportamento dei bambini in un enorme libro dei conti (in alto a destra) . In questi disegni, Babbo Natale ha ancora le dimensioni di un elfo, difatti usa una scala per decorare l’albero di Natale (un’altra tradizione tedesca) (in basso a sinistra).

Barbuto e panciuto, aveva già l’aspetto che conosciamo oggi, ma la tavola era ancora monocromatica e per vedere la tinta si dovette attendere tre anni: una nuova versione a colori di Santa Claus and His Works fece da illustrazione all’omonimo poema scritto da George P. Webster e pubblicato da McLoughlin Brothers (New York) nel 1869.

9 Dicembre

Thomas Nast, Merry Old Santa Claus, in Harper’s Weekly magazine on January 1, 1881.

L’immagine (che trovate a colori in copertina), sempre a cura di Thomas Nast, si intitola “Merry Old Santa” ed è del 1881: ormai si notano i tipi fondamentali che caratterizzano tuttora l’iconografia di Babbo Natale. La pancia è ben tonda, sulla testa ha rami di vischio e l’aspetto è bonario, amichevole. Porta con sé giocattoli e nella versione a colori il rosso del vestito è richiamato anche dal viso rubicondo, che tuttavia si intuisce anche dalle semplici ombreggiature del bianco e nero.

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10 Dicembre

The Life and Adventures Of Santa Claus by author of The Wizard of Oz, L. Frank Baum,

Corre l’anno 1902 e dopo la pubblicazione del Meraviglioso Mago di Oz nel 1900, L. Frank Baum ha nuovamente deliziato il pubblico con un’altra storia di creature mitiche e mondi magici. The Life and Adventures of Santa Claus  è un libro in cui si narrano l’origine e le successive avventure di Babbo Natale, mettendo completamente da parte quella che sino ad allora era stata la tradizione religiosa collegata alla figura di San Nicola.

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the Life and Adventures Of Santa Claus by author L. Frank Baum,

In principio Santa Claus era un bambino abbandonato, senza famiglia scoperto dalla Ninfa dei Boschi Necile nella Foresta di Burzee. Successivamente, divenuto grande, Claus riuscirà a sfuggire allo Spirito della Morte ricevendo il Mantello dell’Immortalità. Un libro che esalta certamente il valore dell’inclusione. Da bambino abbandonato, Claus è stato amorevolmente adottato e protetto da esseri immortali. E quando ormai grande, si poneva la domanda se anche i bambini ricchi meritassero o meno dei doni poiché possedevano già tanto. La Regina delle Fate gli rispose: “Che sia ricco o povero, il desiderio di un bambino di bei giocattoli è naturale. Penso, amico Claus, che sia tuo dovere rallegrare tutti i più piccoli, sia che vivano nei palazzi o nei cottage “. . L’idea di estendere grazia, misericordia e gioia a tutti coloro che incontriamo è qualcosa a cui dovremmo aspirare ogni giorno dell’anno e non solo a uno.

Nella copertina del libro viene raffigurato Babbo Natale mentre si cala dal caminetto (per sua fortuna spento!), di notte e con un sacco carico di doni. Da un punto di vista iconografico, Come si può notare benché la copertina sia a prevalenza rossa, l’abito diviene verde scuro con profili che possiamo definire “leopardati”. Si smarrisce intanto la pipa che lo aveva praticamente sempre accompagnato. Gli amanti della tipografia non potranno non notare anche l’uso dei caratteri, davvero deliziosi per l’epoca.

11 Dicembre

Santa Claus as illustrated by Frank A. Nankivell in Puck, v. 52, no. 1344 (December 3 1902) 

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SANTA CLAUS AS ILLUSTRATED BY FRANK A. NANKIVELL

Siamo ancora nel 1902. In questa copertina per Puck illustrata dall’australiano Frank A. Nankivell, vediamo forse per la prima volta una raffigurazione di Babbo Natale indistinguibile da quella dei giorni nostri. Che rubacuori Babbo Natale!

12 Dicembre

Carl Stetson Crawford St. Nicholas for Young Folks Vol. XXXIII, No. 2 St Nicholas Center Collection.

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C. Stetson Crawford

In questo nostro viaggio temporale alla scoperta dell’iconografia di Babbo Natale, approdiamo al 1905 e nello specifico all’illustrazione di Carl Stetson Crawford del volume St. Nicholas for Young Folks (Vol. XXXIII, No. 2 Copyright © 2002-2014 St. Nicholas Center). Profili bianchi ben larghi e visibili, abito rosso, muffole, sacco pieno di doni, abeti decorati, si fissano alcune occorrenze che caratterizzano il personaggio. I calzini da riempire di doni sono richiamati, insieme al vischio, dagli stemmi “araldici” sotto gli abeti.

13 Dicembre

Cover of the Eaton’s department store Christmas catalogue for 1906, showing an image of Santa Claus. Toronto, Canada / Wikimedia Commons

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Saliamo solo di un anno, arriviamo al 1906 ma ci trasferiamo in Canada.

In questa brochure di un grande magazzino canadese vediamo come l’icona di Babbo Natale non si sia ancora del tutto standardizzata e si offre ancora a versioni diverse.

Il rosso c’è ma è bordato di nero e non di bianco e il cappello manca anche del pompon finale. Alle mani non ha le muffole già viste in rappresentazioni precedenti ma ha un paio di guanti scuri.

14 Dicembre

Norman Rockwell’s cover of Boys’ Life published December 1913 / Wikimedia Commons

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Arriviamo al 1913 e ad una delle prime illustrazioni a firma di Norman Rockwell. L’illustratore con le sue numerose raffigurazioni nel corso degli anni ’20, è stato un attore chiave nel cementare l’aspetto moderno di Babbo Natale. Ecco una sua prima illustrazione antecedente la Prima Guerra Mondiale.

15 Dicembre

Japanese illustration featuring Santa, artist unknown

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Un’illustrazione giapponese del 1914, che mostra come la diffusione della leggenda di Babbo Natale era arrivata ben oltre l’Europa e l’America.

16 Dicembre

A poster by the U.S. Food Administration. Educational Division, Advertising Section, ca. 1918

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Il 1918 è tempo di propaganda. Eccolo apparire in un manifesto della U.S. Food Administration. Educational Division, Advertising Section.

17 Dicembre

Two covers for the Saturday Evening Post by Norman Rockwell, the left one from 1920, the right from 1922

Come abbiamo già detto, Norman Rockwell è forse l’illustratore che più di tutti ha contribuito a creare l’immagine di Babbo Natale così come giunta sino ai giorni nostri. In questo nostro percorso, siamo giunti al 1920 e ritroviamo due delle tante copertine a tema Babbo Natale di Norman Rockwell per il Saturday Evening Post. Come le raffigurazioni di Sundblom per la Coca Cola più di un decennio dopo, queste immagini di Rockwell conferiscono al personaggio un aspetto molto fisiologicamente umano e naturalistico rispetto alle caratteristiche più fumettistiche di prima.

18 Dicembre

Old Kris Kringle is a drawing by N C Wyeth

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Ancora una volta pingue, con un campanello in cima al cappello e a notte fonda con un sacco stellato pieno di doni, nel 1925 appare di nuovo più fumettoso e meno realistico, nella rappresentazione che ne fa Wyeth come “Old Kris“.

Ma è solo una piccola deviazione, dato che nel giro di un quinquennio arriveremo alla figura ancora oggi nota come Babbo Natale.

19 Dicembre

Illustrated front cover from The Queenslander, December 25 1930

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Siamo nel 1930 e in Australia, Babbo Natale appare così.

20 Dicembre

Il primo “Babbo Natale” di Haddon Sundblom per la Coca–Cola (1931)

Ed eccoci finalmente! 

Il pittore ed illustratore Haddon Sundblom, che già aveva prodotto alcune pin-up per la Coca–Cola a partire dagli anni’20, realizzò il primo Santa Claus nel 1931 per l’agenzia pubblicitaria D’Arcy di St.Louis (Missouri) cui era affidata la campagna pubblicitaria utilizzando come “modello” il suo amico Lou Prentice, venditore in pensione. Alla Coca Cola piacque tantissimo. Fu così che quell’illustrazione è diventata negli anni lo standard con cui viene raffigurato Babbo Natale ancora oggi.

Tuttavia questa illustrazione non nasceva tout court dalla creatività di Sundblom il quale, come abbiamo visto, ha attinto a piene mai a tutta la iconografia precedente che lentamente aveva tradotto l’immagine di San Nicola in un mito laico e popolare. Ma possiamo dire che questo è il veropunto di frattura di Babbo Natale con la tradizionale figura di San Nicola, il santo della carità, per diventare il simbolo del consumismo.

Babbo Natale

21 Dicembre

A poster from the Office for Emergency Management, War Production Board, circa. 1942

Siamo nel 1942. Due illustrazioni diverse. Nella prima Babbo Natale viene raffigurato come siamo abituati a vederlo e a pensarlo. A destra invece lo ritroviamo illustrato in un poster propagandistico americano durante la Seconda Guerra mondiale.

22 Dicembre

Malizioso e magico, il Babbo Natale della Coca-Cola non ha mancato di razziare il frigorifero durante i suoi giri annuali, rubare un momento giocoso con bambini e animali domestici eccitati o fermarsi a godersi una Coca-Cola durante le soste del suo viaggio di una notte in tutto il mondo.

23 Dicembre

Quando le avventure aeree sono diventate popolari, Babbo Natale potrebbe anche essere sorpreso a giocare con un elicottero giocattolo intorno all’albero…

24 Dicembre

…oppure, rubare un momento giocoso con bambini e animali domestici eccitati o fermarsi a godersi una Coca-Cola.

25 Dicembre

Nast Santa, Bishop Nicholas, Coke Santa, illustration by Renee Graef, A Special Place for Santa Roman, Inc., 1991. Permission pending.

Mariapia Basile è fondatrice di Firmino, un progetto che nasce con l'intento di promuovere l'educazione alla lettura, l'inclusione, l'accessibilità e di diffondere la pratica della lettura condivisa ad alta voce. Avvocato e insegnante di sostegno nella scuola superiore di secondo grado, esperta di letteratura giovanile, realizza incontri e corsi rivolti a genitori, educatori, insegnanti.