Mi chiamo Mariapia Basile, sono pugliese e sono un’insegnante di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado. Tre anni fa ho deciso di fondare una associazione di promozione sociale, Lo Scrigno. Da allora mi occupo di infanzia, maternità e genitorialità, sviluppando un percorso di accompagnamento alla lettura che parte sin dall’epoca prenatale.
Il mio viaggio nel mondo della letteratura giovanile parte e si concentra soprattutto sull’albo illustrato, per la grande capacità che ha di comunicare attraverso diverse forme di linguaggio. Rapidità e visibilità (nell’accezione di Calvino, 1999) sono le caratteristiche principali dell’albo illustrato, e per questo capace di rivolgersi ad una platea molto ampia di lettori.
Grazie al Corso di perfezionamento intrapreso presso l’Università di Padova dal titolo Lettura e letteratura per l’infanzia e l’adolescenza (0-18 anni). Progetti ed esperienze per insegnanti, educatori e animatori e il Master in lettura ad alta voce a scuola, nei contesti educativi, di sviluppo, riabilitativi, assistenziali e organizzativi presso l’Università di Perugia, ho iniziato ad ad ampliare il mio orizzonte verso ambiti diversi quali l’adolescenza e poi il mondo della disabilità e dell’inclusione che oggi costituiscono il mio ambito professionale.
Perché Firmino?
Era il 2008 quando tra gli scaffali di una libreria notai, per caso, il libro esordio di Sam Savage: Firmino. Firmino è un topo nato tra le strovine di Finnegans Wake di Joyce, in una libreria di Boston negli anni Sessanta. È il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l’unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo.
Un vero e proprio romanzo di formazione che vede il povero Firmino intento nell’impresa di conoscere il mondo. Ma un topo nato e cresciuto tra i grandi maestri della letteratura mondiale ha un solo strumento per interpretare la realtà: la fantasia. Firmino osserva e sogna, cercando fuori dagli scaffali tutta la fascinazione che lo ha nutrito durante l’infanzia.
Ed è proprio da qui che parte il mio viaggio. Dalla importanza che rivestono la lettura e la letteratura quali strumenti essenziali per scoprire e conoscere il mondo.
“TUTTI GLI USI DELLA PAROLA A TUTTI”, MI SEMBRA UN BUON MOTTO, DAL BEL SUONO DEMOCRATICO. NON PERCHÉ TUTTI SIANO ARTISTI, MA PERCHÉ NESSUNO SIA SCHIAVO.
GRAMMATICA DELLA FANTASIA, G. RODARI