Il mio lavoro spesso mi porta lontano dalla mia famiglia, dalle mie bambine. E così spesso mi capita di dover prendere dei voli che, talvolta, si sa, non sono affatto puntuali. Così in aeroporto mi capita spesso di dover ingannare l’attesa. Inizia quel via vai compulsivo tra un negozio ed un altro. Vago incerta tra i vari scaffali senza obiettivi precisi. Tocco, sfoglio, annuso.
Era inverno e viaggiare in questa stagione può significare dover prolungare alcune attese causa mal tempo. Quel pomeriggio arrivai in aeroporto puntuale, ma ahimè il volo era terribilmente in ritardo. Che fare? Vagare come al solito? No, decisi di cercare una libreria, o comunque qualcosa che potesse assomigliarle.
Mi bastò qualche minuto. Fu una fortuna in quanto non sempre non ne trova una. Non era molto grande, così mi fu facile trovare il reparto dedicato alle letture per l’infanzia. Da quanto sono mamma, in qualsiasi negozio il mio occhio cade innanzitutto sui prodotti dedicati ai bambini. Si chiama deformazione materna.
Amo i libri, amo soprattutto i libri dedicati ai bambini. Sanno di buono. L’odore, i colori, le immagini. Quel pomeriggio, quasi per caso, mi ritrovai per le mani un libro che mi colpì soprattutto per le illustrazioni. Tonalità scure sulle quali campeggiano e risaltano il ROSSO e l’ARANCIONE.
La grande fabbrica delle parole
di Agnès De Lestrade, Illustrastrice Valeria Docampo, Terre di Mezzo 2011
La grande Fabbrica delle Parole fa parte della collana “Acchiappastorie” della casa editrice Terre di Mezzo, scritto da Agnès De Lestrade e illustrato da Valeria Docampo.
Il libro narra di una storia d’amore, una favola moderna, ambientata in uno strano paese dove per poter pronunciare le parole occorre comprarle e inghiottirle. Una favola metafora di tutta la difficoltà moderna di dare il giusto valore alle parole. Le parole sanno a chi parlare e il finale della storia, molto semplice e pulito, esprime questa grande verità.
C’è un paese dove le persone parlano poco. In questo strano paese, per poter pronunciare le parole bisogna comprarle e inghiottirle. Le parole più importanti, però, costano molto e non tutti possono permettersele. Il piccolo Philéas è innamorato della dolce Cybelle e vorrebbe dirle “Ti Amo”, ma non ha abbastanza soldi nel salvadanaio. Al contrario Oscar, che è ricchissimo e spavaldo, ha deciso di far sapere alla bambina che un giorno la sposerà. Chi riuscirà a conquistare il cuore di Cybelle?
Le parole e le emozioni
Un libro che insegna, nella sua semplicità, come la quantità delle parole spesso non sia commisurata alle emozioni. Philéas pensa che le sua parole, catturate con il retino, siano ben poca cosa rispetto a quelle comprate da Oscar. Ma lui non si scoraggia e le pronuncia pensando “a tutto l’amore che ha nel cuore”. E così arrivano al cuore di Cybelle come “gemme preziose”. Cybelle riesce dunque a cogliere la bellezza delle parole semplici che acquistano valore grazie ai sentimenti, diventando appunto più “preziose” di quelle acquistate alla fabbrica delle parole.
Le ultime pagine del libro, non a caso, si caricano di rosso. Il colore che più di tutti è simbolo dei sentimenti. Perché in fondo, per AMARE, non servono strane PAROLE.
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