Il libro di cui ho deciso di parlarvi oggi in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini e delle Bambine è stato pubblicato da Read Red Road. Casa editrice giovanissima dallo sguardo internazionale e la passione per le storie quotidiane, “di strada”, spesso legate al territorio.
Fin dalla sua prima presentazione ho sentito forte il desiderio di leggerlo. Sentivo dentro di me che in fondo quella storia, quelle tradizioni erano un po’ anche le mie. Non è questione di nord e sud, ma la condizione in cui versava il Meridione d’Italia dall’unificazione in poi accomunava tutte le regioni che di quel territorio facevano parte.
E mentre la lettura procedeva, rivedevo mia nonna. I suoi occhi di ghiaccio, il viso solcato dalle rughe. I suoi racconti di una guerra impietosa, la povertà, il lavoro nei campi. E poi ho pianto. Sì ho pianto. Mi è sembrato di rivederla. La domenica mattina. Il profumo del ragù che riempiva la casa sin dalle prime ore del mattino. La casa fredda perché scavata nel tufo ma riscaldata dalla cucina in muratura. L’odore del mosto e il suo ribollire. E poi le sue mani calde, aggrinzite, callose e operose che scorrevano veloci sulla tavola di legno. Non ho mai più assaggiato rəcchjəteddə (orecchiette) buone come le sue.
Gli zoccoli delle castagne
di Barbara Ferraro, Illustratrice Sonia Maria Luce Possentini – Read Red Road 2020 – Età di lettura dagli 11 anni
La storia è ambienta negli anni ’30. La Grande Guerra aveva acuito i problemi del Mezzogiorno d’Italia. Ci troviamo in Calabria la regione, che insieme alla Basilicata, è ahimè ancora oggi tra le più isolate d’Italia. Famiglie povere e numerose, ma ricche di una grande dignità. I bambini venivano privati del loro diritto all’istruzione in ragione delle necessità della famiglia. Il lavoro scarseggiava, anche quello nei campi. Pochi i suoli coltivabili e di scarsa qualità. Le castagne erano la più grande risorsa del territorio. E così ne approfittavano i signorotti locali i quali non avevano remore nel fissare i prezzi delle merci e del lavoro, a discapito dei lavoratori e delle condizioni di vita cui essi erano costretti a vivere. Il malcontento popolare cresceva e questo nella storia emerge forte, soprattutto nelle reazioni del giovane Mimmo, zio di Lina la protagonista di questa storia.
A Mimmo non andava proprio giù che uomini forti e dignitosi come loro fossero pagati alla stregua di un mulo, non riusciva a capire come le loro donne valessero agli occhi di quell’uomo meno di una bestia. Ma consuetudine, prepotenza e tradizione costituivano le maglie di una catena resistentissima che anche questa volta avrebbero portato in silenzio sulle spalle, sopportando con il suo peso quello della loro povertà.
La raccolta delle castagne
Lina una bambina di 11 anni. È la maggiore tra i tanti figli e ha il compito di badare ai più piccoli, di aiutare la mamma in casa e di lavorare, quando richiesto. Vive in una casa di pietra e terra, in cui l’odore dell’umidità è compagna costante, così come il sapore di focolare e fiamme che si deposita sul cibo. La quotidianità della bambina è segnata dai doveri e dalle responsabilità, ma anche da momenti di gioco.
Con l’arrivo di ottobre, come ogni anno, gli uomini, le donne e i bambini più grandi si mettono in cammino per raggiungere i boschi e dare il via alla raccolta delle castagne. Un lavoro duro, malpagato, portato avanti in condizioni precarie per oltre un mese.
La narrazione offerta dalla penna di Barbara Ferraro è nuda. Senza orpelli, senza edulcorazioni compone immagini che arrivano dritte come un pugno nello stomaco. Allora chiudi gli occhi e li vedi quei corpi di donna, avvolti negli scialli bruni con le gonne sporche di fango, chini sotto la pioggia. Le mani rosse e gonfie dal freddo. E poi vedi lei. Lina. Così piccola ma già così grande.
Lina era stanca e due o tre ricci continuavano a pungerle le gambe. Un gesto di stizza e i nodi del grembiule erano disciolti, le castagne in terra. Nessuno si accorse che non solo pioggia lavava il volto di Lina. Erano troppo presi a contrastare gli elementi. Si inginocchiò e con le mani gonfie e doloranti raccolse tutte le castagne. Quattro ricci rimasero a terra. E Lina li calpestò.
Dopo la lunga giornata trascorsa nei boschi, accadeva che all’imbrunire il suono ritmico e incalzante di un tamburello invitava tutti al ballo. Le gonne volteggianti, le mani sui fianchi, gli sguardi ammiccanti. Per un attimo tutto il mondo intorno a loro sembrava fermarsi. I loro corpi no. Erano lì che vibravano al ritmo del tamburello.
E quando finalmente la raccolta terminò, Lina si avviò trepidante verso casa. La sua gioia era palpabile. La fatica, il dolore, il puzzo di quei giorni venivano lavati via dall’acqua calda della tinozza e dal profumo di lavanda e camomilla. Ora era il momento della festa. Delle scarpe nuove. Ora Lina poteva tornare finalmente bambina.
Le illustrazioni che fanno da cornice alla narrazione sono di Sonia Maria Luce Possentini che certo non ha bisogno di presentazioni. Il suo stile è unico e inconfondibile. Tocchi di colore vivi e pulsanti che fanno capolino sin dalle risguardie. Quadri di paesaggi selvatici e incontaminati. E poi gli sguardi, i volti, i particolari. Tutto si tinge di magia.
Il lavoro minorile
Gli zoccoli delle castagne è una storia vera, ispirata ai racconti della nonna dell’autrice, che Barbara Ferraro dedica alle bambine e ai bambini che ancora oggi sono costretti a lavorare in tante parti del mondo.
Una storia che parla di diritti umani e della loro violazione. E oggi, giorno dell’anniversario della sottoscrizione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, non possiamo non ricordare come sia un tema ancora molto attuale. Nel mondo sono più di 150 milioni i bambini intrappolati in impieghi che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano ad una vita senza svago né istruzione (fonte Save the Children). Sono bambini che vivono nelle aree più povere del pianeta, ma non mancano casi anche in aree marginali del Nord del mondo. Negli ultimi vent’anni numerosi sono stati i progressi, ma a causa della pandemia i dati sembrano fare un passo indietro.
In tempi di crisi il lavoro minorile diventa un meccanismo di coping per molte famiglie. Appena la povertà cresce, le scuole chiudono e diminuiscono i servizi sociali, molti bambini vengono spinti a lavorare.
Henrietta Fore-Direttrice dell’unicef
Gli zoccoli delle castagne è un libro consigliato dagli 11 anni, che è importante far conoscere ai nostri ragazzi e far entrare nelle scuole. Un libro che introduce temi molto delicati quali il lavoro, i diritti dei lavoratori e la loro violazione. Ma vi lascio alle parole dell’autrice che trovo molto significative:
Se una bambina l’ha potuto vivere, i bambini di oggi lo possono leggere. Bambine come mia nonna hanno diritto a essere ricordate. Sarebbe ingiusto che la storia di una persona qualunque, seppur così straordinaria, passasse inosservata. Sono persone come queste che hanno fatto la nostra storia, a piccoli passi, con la loro forza, la loro caparbietà, la loro cultura del lavoro, della giustizia sociale, dell’etica. Quelle bambine come mia nonna hanno diritto a essere ricordate.
barbara ferraro
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