… Se dici che sei uno dei peggiori ti credono, più che se dici che è andato tutto bene. Strano vero? Si.
E poi, siccome gli fai pena, sono più gentili del solito. Ti dicono che devi essere triste e che sicuramente la prossima volta andrà meglio. E magari ti danno anche qualcosa di buono da mangiare per consolarti.
Certo che quanto a ragionare sei proprio bravo – disse Adam, colpito – .
Si, i libri servono un bel po’ .
La grande fuga
di Hulf Stark, Illustrazioni di Kitty Crowther, Traduttrice Laura Cangemi – Iperborea Editrice 2020 – Età di lettura dai 9 anni
Ulf Stark, uno dei più importanti scrittori di letteratura per l’infanzia, ci sorprende ancora, con una scrittura lineare, efficace ed al tempo stesso poetica. Questa è l’ultima opera di un autore capace di mettere in comunicazione adulti e bambini, di parlare al cuore, di osservare il mondo con gli occhi dei più piccoli, di raccontare attraverso i luoghi la sua Svezia, terra di lunghi inverni e di estati colorate.
Quella che ci racconta qui è una storia di amore e, in un certo senso, di ribellione. Di ribellione ad un mondo adulto e cieco, fatto spesso solo di doveri ed incapace di guardare l’altro negli occhi e avvertirne la malinconia.
È una storia di coraggio, passione, sentimento ed empatia. È una storia di dono e di accoglienza.
Il protagonista è un bambino simpatico e decisamente intraprendente, molto affezionato all’ anziano nonno, purtroppo ricoverato in ospedale a causa di una frattura al femore. Gottfridino, come lo chiama il nonno (in realtà si chiama Ulf), ama andare a fargli visita, nonostante il suo carattere burbero e a tratti irascibile. Ci va sempre con il suo papà, un elegante dottore dai modi educati, che mal tollera, di conseguenza, le turbolenze dell’attempato genitore. Tutti ritengono il nonno impertinente ed ingestibile, ma mai nessuno si è fermato un solo attimo a domandarsi come davvero stesse.
Solo il suo nipotino capirà che il nonno ha bisogno di andar via da lì, anche solo per poco tempo e che quel desiderio nasce da un amore profondo. Con l’aiuto del suo amico fornaio (Ronny-Adam), escogita un piano eccezionale, una fuga perfetta. Inventerà un fantomatico torneo di calcetto, un presunto ritiro, con tanto di dormita in palestra ed aneddoti da raccontare al suo ritorno. Guadagnerà un cugino in più, prenderà un traghetto e giungerà in quella che era la casa dei suoi nonni, in riva al lago, immersa nella pace della vegetazione e nel silenzio della natura. Vedrà il nonno tornare forte e vigoroso, nutrirsi di ricordi e di speranza, immaginare di poter abbracciare ancora la sua amata moglie.
Ulf capirà quanto è stato ed è ancora profondo quell’amore e quanto, al tempo stesso, lo è il desiderio del nonno di ricongiungersi alla sua compagna di vita. Quella perdita, quel distacco, è la ragione di tanta rabbia, di tanta sofferenza, placatesi grazie alla capacità di accogliere di un bambino.
In quella casa il nonno ritroverà sé stesso, abbandonerà il suo malessere per aggrapparsi alla tenerezza.
Sarà un viaggio breve, ma intenso, un viaggio nelle persone, più che nei luoghi. Dopo una notte, torneranno cambiati, portando tra le mani il proposito del nonno di smetterla con le parolacce ed imparare a parlar bene, e la composta di mirtilli della nonna (in cui c’è dentro un po’ di lei), l’ultimo vasetto rimasto in casa, che sarà una sorta di medicina del cuore.
Ancora una volta, con l’aiuto del nipotino l’anziano signore si preparerà ad abbracciare la sua amata, diventando un vero gentiluomo, capace di parlare forbitamente e di comportarsi come mai prima di allora. Tanto il papà di Ulf resterà stupito di questo cambiamento, quanto il nostro protagonista comprenderà che l’amore tutto può, anche di fronte alla morte.
La grande fuga, un libro che riesce a fermare sulle pagine tutte le sfaccettature che la vita ci regala
Ho letto questo romanzo, che considero di una delicatezza infinita, col cuore ricolmo di sensazioni. Ho pensato che, proprio in questi mesi che ci hanno tolto tanto, anche i riti di passaggio che spesso sono balsamo per l’anima, l’uscita di questo racconto fosse una specie di regalo inaspettato. I nonni sono una delle nostre parti migliori e non muoiono mai, perché ciò che sono stati sopravvive in noi.
L’anziano protagonista mi ha ricordato uno dei miei amati nonni, la sua capacità di entrare in contatto con me in un modo speciale, il suo amarmi incondizionatamente, il suo amare profondamente la mia nonna, fino alla fine, sfidando anche l’unica cosa che può separare due persone. Mi sono commossa nel leggere queste pagine, nel percepire le emozioni di questo nonno e di questo nipote, nel ricordare le mie di emozioni, vissute intensamente e gelosamente custodite.
Come tutti i capolavori della letteratura dell’infanzia, credo che La grande fuga vada letto dagli adulti, perché i libri servono sempre…ad imparare ad amare, a sperare, a sognare, a credere, a viaggiare, a renderci persone migliori.
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