Benvenuti e benvenute al nostro primo appuntamento con la rubrica “L’ora di educazione civica“. Il 20 Novembre si avvicina e quindi ho pensato di partire proprio da qui. Dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), il documento che per la prima volta ha riconosciuto tutti i bambini e tutte le bambine titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.
Oggi è possibile parlare a scuola con i bambini dei diritti loro assicurati dalla Convenzione anche alla luce degli Obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’Agenda 2030. Esiste infatti una relazione profonda tra lo sviluppo inclusivo, equo e sostenibile promosso dall’Agenda 2030 e la realizzazione dei diritti dell’infanzia.
L’Educazione ai Diritti Umani richiamata nell’articolo 29 della CRC trova una precisa rispondenza nella struttura del 4° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile contenuto nell’Agenda 2030 del le Nazioni Unite, dedicato al raggiungimento di una educazione accessibile a tutti e di qualità, capace di promuovere lo sviluppo sostenibile e il rispetto per i diritti umani.
Oggi e per i prossimi giorni, vi proporrò quindi una lettura particolare di alcuni tra i diritti sanciti dalla CRC e come essi trovino corrispondenza negli obiettivi posti dall’Agenda 2030.
Il diritto di espressione
Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende la libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del fanciullo. L’esercizio di questo diritto può essere regolamentato unicamente dalle limitazioni stabilite dalla legge e che sono necessarie:
a) al rispetto dei diritti o della reputazione altrui;
oppure
b) alla salvaguardia della sicurezza nazionale, dell’ordine pubblico, della salute o della moralità pubbliche.
Art. 13 Convenzione onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Il diritto di espressione fa riferimento al diritto di avere e di esprimere delle opinioni, e di cercare e ricevere informazioni attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione. Tutti i bambini e gli adolescenti hanno il diritto di essere ascoltati ed essere presi in seria considerazione. Quindi, diventa prioritario, affinché questo diritto possa trovare attuazione, incoraggiare il bambino e l’adolescente a formarsi una propria e libera opinione. In tal senso il ruolo della scuola è cruciale.
Il diritto di espressione e lo sviluppo del pensiero critico
L’Educazione riveste un ruolo determinante all’interno dell’Agenda 2030 sia come obiettivo a sé stante (SDG 4), sia come elemento catalizzatore per il raggiungimento di tutti gli altri obiettivi. L’Agenda 2030 richiede una educazione non solo trasmissiva ma trasformativa:
Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un Educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
target 4.7 del goal 4
Come già ribadito a livello europeo sin dalla Strategia di Lisbona e poi cristallizzato nelle Raccomandazioni per le competenze chiave per l’apprendimento permanente, le competenze tradizionalmente oggetto di apprendimento si rivelano non più sufficienti. Si è resa dunque necessaria una loro integrazione con nuove competenze specifiche, e l’educazione al pensiero critico certo rappresenta una di queste.
Ed ecco come l’Educazione allo sviluppo sostenibile e il diritto del bambino di esprimere la propria opinione trovano una loro naturale relazione. Occorre dunque aiutare i nostri ragazzi a sviluppare un proprio pensiero sulle norme e sulle pratiche del mondo in cui viviamo, a riflettere sui valori e le azioni del nostro tempo e a prendere posizione sul tema della Sostenibilità.
Alla luce di tali riflessioni, ho pensato di proporvi una lettura che ho molto amato. Un libro divulgativo in quanto parla della natura, ma non nel mondo in cui è facile aspettarsi. Un libro che pone numerose domande, ben sessantotto, ma si offre come spazio per molteplici risposte.
Cosa diventeremo? Riflessioni intorno alla natura
di Antje Damm, Orecchio Acerbo 2019 – Età di lettura dai 4 anni ai 100 anni
Da quanto so parlare e meravigliarmi delle cose, rifletto sulla natura. Mio padre mi portava con sè nel bosco sin da quando ero piccolina, insegnandomi con instancabile pazienza i nomi degli animali , delle piante e dei funghi. Pensava che se si sanno nominare le cose, gli si dà maggiore valore. Ma che cos’è la natura? Quale rapporto abbiamo con lei? Può minacciarci? E perché ne abbiamo bisogno? Come possiamo proteggerla e conservarla? In questo libro ho raccolto tante domande, su mi mi sembra valga la pensa riflettere e discutere insieme.
Antje damm
Antje Damm è un’autrice che ha il grandissimo pregio di instaurare nei libri un dialogo intenso con i suoi lettori. Nel caso di specie, lo fa a partire da fotografie e illustrazioni e dalla relazione che le stesse instaurano ad una domanda che l’autrice pone.
Posso dire che ciò rappresenta un elemento di grande novità, basti pensare che i libri fotografici rivolti ai piccoli lettori fanno il loro ingresso in Italia soltanto nel 2018.
Si tratta di un approccio nuovo anche in linea con le moderne teorie dell’educazione che mettono in relazione l’esposizione dei bambini e delle bambine alla fotografia al loro sviluppo non solo cognitivo e linguistico ma anche affettivo (così F.R. Grasso, Primi libri per leggere il mondo. Pedagogia e letteratura per una comunità educante, Editrice Bibliografica 2020).
Questo libro da un punto di vista della costruzione grafica presenta, nelle sue doppie pagine aperte, da una parte l’illustrazione e dall’altra la domanda, con un’altra immagine. Le domande come noterete sono dirette e in grado di produrre un vivace dialogo proprio con i bambini. Il gioco di relazione che si instaura con le immagini non è sempre il medesimo. A volte smentiscono, a volte descrivono, a volte fanno emergere paradossi e contraddizioni. In tutti i casi, le possibilità di risposta sono infinite.
Alcune delle domande poste dall’autrice, tuttavia, non riguardano soltanto conoscenze scientifiche ma lavorano anche un livello più interiore. Pongono quesiti ed interrogativi che porteranno i bambini a ragionare e meditare su temi quali il passato, la fine, la paura, la forza, la verità.
Un libro, insomma, perfetto da usare in classe per aiutare i ragazzi a sviluppare il pensiero critico fondamentale per l’esercizio del diritto di espressione. Un approccio alle scienze che offre la possibilità ai ragazzi di poter esprimere liberamente le proprie opinioni su temi che riguardano tutti noi e li aiuterà, nel contempo, ad ascoltare e dare importanza anche alle opinioni dei propri compagni.
Infine, vi segnalo che gli amici di Orecchio Acerbo offrono qui degli spunti interessanti per il lavoro in classe.
A questo punto attendo i vostri commenti e le vostre riflessioni. E se decidete di usare questo albo in classe, scrivetemi i vostri feedback al mio indirizzo di posta elettronica: info@firmino.net.
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