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Le parole scappate

È trascorso oltre un anno da quando ho scritto il mio ultimo articolo sul blog. Un anno intenso, il mio primo anno a scuola come insegnante. Una sfida che ha richiesto tutte le mie energie e il mio tempo. Ma mi è mancato il blog, mi è mancata condivisione dei pensieri. Quindi eccomi qui, pronta per un nuovo anno che porta con sè nuovi progetti, nuove sfide, nuovi incontri.

Ho scelto di riprendere la scrittura del blog con un albo che ho acquistato l’anno scorso e che sento essere la perfetta fusione dei miei percorsi professionali: insegnante specializzata sul sostegno scolastico e l’educazione alla lettura.

Le parole scappate

di Arianna Papini, Coccole Books, 2019.

Ecco, vi presento i protagonisti dell’albo di cui sto per parlarvi. Loro sono nonna Mariadele e suo nipote.

parole e alzheimer
Illustrazione di arianna papini
parole e dislessia
illustrazione di arianna papini

Non so chi sono. Ma sono viva. Ho molti anni, credo. Le persone di questa famiglia mi pare di conoscerle a volte. Ci sono una donna e un uomo, lui tanto bello non è. Lei invece mi è più familiare, mi ricorda qualcosa.

Lei dopo tanti anni vissuti assieme alla sua famiglia, lentamente ha iniziato a perdere i ricordi, a dimenticare volti e nomi familiari. A perdere la sua storia. Nonna Matilde è malata di Alzheimer.

Da quando è iniziata la scuola, tre anni fa, la mia vita è parecchio difficile. Sono diverso dagli altri bambini, forse. […] Pensano che non posso capire, che non ce la faccio. Eppure le parole le vedo, una alla volta. Non so metterle insieme, mi ci confondo negli occhi, mi spariscono nella testa e alla fine non le trovo più.

Lui è un bambino dislessico. Con l’inizio della scuola primaria, ha iniziato a percepersi come diverso perchè non riusciva a ricordare le cose fatte un attimo prima, perchè non riusciva a leggere come facevano tutti i suoi compagni di classe. All’inizio nessuno sembrava aver compreso le sue difficoltà. Solo la nonna lo aveva capito: “Attenti che a questo bambino non gli corre l’occhio sulle pagine”.

Ritrovare ricordi e parole tra le immagini

Alzheimer e dislessia, due patologie e due età completamente differenti. Se ci soffermassimo a questi dati saremmo portati a pensare che siamo di fronte a due esperienze di vita diverse e non confinanti. E invece no. Entrambi i protagonisti, anche se in modo diverso, vivono emozioni e sentimenti comuni. Questa vicinanza, si svela al lettore attraverso le voci dei due protagonisti che si alternano in un controcanto denso di poesia.

E ciò che emoziona è scoprire come il mondo in cui si ritrovano e si comprendono siano i libri e le illustrazioni. Lei ogni giorno va in libreria. Qui insieme ad altri “vecchietti” canta e disegna. Il disegnare stimola e supporta le capacità mnestiche e al contempo migliora il livello emotivo e affettivo, e in questa circostanza emerge la professionalità di Arianna Papini, la quale ricordiamo essere anche arteterapeuta.

Per il bambino protagonista dell’albo, invece, i libri sono un vero e proprio incubo. Quando a scuola fanno il prestito libri, lui spesso sceglie un libro che non gli piace perchè quelli dalle grafiche più accattivanti e dalle trame più affascinanti non hanno quelle accortezze tipografiche che, invece, gli spalancherebbero le porte al piacere della lettura. (Per un approfondimento sul tema della dislessia e dei libri ad alta leggibilità clicca qui).

Poi un giorno va in libreria con la nonna e scopre dei libri speciali: gli albi illustrati. Il libro inclusivo per antonomasia direi. E difatti, il nostro protagonista ne coglie immediatamente le grandi potenzialità.

Io mi sono seduto nel reparto per bambini e ho scoperto dei libri speciali, gli albi illustrati. Sono da grandi, vanno bene per me, ma hanno tante illustrazioni e m’incoraggiano. Se inceppo ho tante cose belle da inventare con tutti quei colori e quei personaggi volanti.

Le immagini, le illustrazioni in fondo parlano a tutti “perchè accettano di essere raccontate con parole e modi diversi” (M. Terrusi, 2020. Albi illustrati senza parole per l’inclusione. Riflessioni di metodo sulla lettura, fra forma e metafora in Leggere l’inclusione a cura di E. A. Emili e Vanessa Macchia, Edizioni ETS).

parole
illustrazione di arianna papini
parole
illustrazione di arianna papini

E così i nostri due protagonisti si ritrovano insieme, tra le immagini e i disegni. Lei disegnando ritrova i ricordi. Lui le parole.

Le parole che curano

Quel bambino è speciale. Una vecchiaccia rintronata come me deve ringraziare il cieleo di avere intorno uno di pochi anni che legge le storie. Mi conta le filastrocche e quando inceppa, cioè quasi sempre, mi distraggo e mi dimentico cosa stavamo facenso. Poi lui ricominca e mi sembra di ricordare che un attimo prima mi stava leggendo. Insomma è bravissimo, mi aiuta a rammentare. E poi a me, chi mi ha letto mai? Nessuno credo, non me lo ricordo.

Attraverso le parole di nonna Mariadele vorrei porre un accento sull’importanza della lettura condivisa ad alta voce e in particolare sull’uso della letteratura per l’infanzia anche negli interventi con anziani fragili. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato come la lettura abbia un forte impatto sui processi di riabilitazione cognitiva, con una influenza positiva sulla capacità di ascolto e un miglioramento della memoria a breve e lungo termine.

Nel corso di uno studio pilota svolto dal Prof. Federico Batini dal titolo Lettura, memoria e declino cognitivo è stato evidenziato come gli anziani reagissero alle letture associandovi eventi della propria vita, rievocando episodi, associando altre storie. Le conclusioni di questo primo studio sono dunque favorevoli all’efficacia preventiva di training di lettura quotidiana per ritardare il decadimento cognitivo e migliorare la qualità della vita complessiva e la percezione della stessa in soggetti anziani istituzionalizzati e non.

Ma ciò che vorrei evidenziare non sono soltanto i benefici che tali pratiche possano apportare, ma è soprattutto la necessità che la relazione di aiuto e di cura si arricchisca di una grande capacità. Quella di saper tendere l’orecchio e riscoprire per tale via un nuovo umanesimo della cura che:

…si sostanzia in gesti e pensieri ispirati a ideali umanistici, quindi attenti alla dignità dell’uomo, ai suoi diritti, alle sue esigenze, al suo bisogno di narrazione e ascolto.

Alastra, V. (A cura di). (2020). Umanesimo della cura. Creatività e sentieri per il futuro. Lecce: Pensa Multimedia

Mariapia Basile è fondatrice di Firmino, un progetto che nasce con l'intento di promuovere l'educazione alla lettura, l'inclusione, l'accessibilità e di diffondere la pratica della lettura condivisa ad alta voce. Avvocato e insegnante di sostegno nella scuola superiore di secondo grado, esperta di letteratura giovanile, realizza incontri e corsi rivolti a genitori, educatori, insegnanti.