Grazie all’importante contribuito delle neuroscienze oggi sappiamo come l’architettura del nostro sistema nervoso si costruisce gradualmente già a partire dai primi mesi di sviluppo embrio-fetale. Le recenti ricerche in ambito epigenetico hanno mostrato poi l’importanza dell’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali, tra natura e cura, soprattutto nei primi 1000 giorni di vita.
In questo periodo dello sviluppo umano, il nostro sistema nervoso riesce ad ottimizzare il proprio potenziale se viene esposto a “significative pratiche di cura ed educazione”. La lettura condivisa in famiglia, gratuita e non prestazionale, fin dai primi mesi di vita è una di queste. Ma se leggere fa bene alla salute, perché non dovrebbe essere proposto ai bambini e alle bambine con bisogni educativi speciali?
Ne ho parlato con Moira Sannipoli, ricercatrice in didattica e pedagogia speciale presso l’Università di Perugia e docente di pedagogia della diversità e delle differenze e di pedagogia speciale nell’infanzia; insegna nel corso di specializzazione per le attività di sostegno presso l’Ateneo perugino; referente del Centro di documentazione, aggiornamento e sperimentazione sull’Infanzia della Regione Umbria; membro della segreteria del gruppo nazionale nidi e infanzia. Autrice di numerose pubblicazioni sui temi dell’infanzia, delle disabilità e dell’inclusione e delle povertà educative.
Leave a Reply
View Comments