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Con le ali sbagliate

Con le ali sbagliate

Ho acquistato il libro di Gabriele Clima diverse settimane or sono. La storia di Nino l’ho vissuta sulla mia pelle, l’ho sentita mia sino al punto di sentire la necessità di allontanarlo un po’ da me prima di poterne scrivere. Quella di Nino è una storia ispirata ad una storia vera, ma posso dire che è una storia che può incarnare quella di ciascuno di noi. La storia di un adolescente che nel grande conflitto interno di ricerca della propria identità, non trova nella sua casa uno spazio di accoglienza ma fa emergere in lui l’idea di essere nato…

Con le ali sbagliate

di Gabriele Clima, Uovonero 2020 , Collana I Geodi

La narrazione prende avvio con un flashforward. Esterno notte. Rumore della pioggia. In sotto fondo la voce di Freddy Mercury: Is this the real life? Is this just fantasy? Caught in a landslide, No escape from reality. Nino è steso per terra. La strada, le cuffie, il guard-rail, la ruota dello scooter che gira. Silenzio.

Cosa è accaduto a Nino? Ma soprattutto chi è Nino?

Nino è un ragazzo di 17 anni che stando alla narrazione della sua famiglia “avrebbe smarrito la retta via” tanto da necessitare di una vera e propria riabilitazione. Lo convincono quindi a trasferirsi in una residenza spirituale che accoglie tanti ragazzi…come Nino. Una clinica che propone un percorso per aiutare i ragazzi a ritrovare sotto la guida di un prete, Don Claudio, la via smarrita. Una residenza spirituale che promette di guarire dall’omosessualità.

Sì, avete letto bene. Guarire dall’omosessualità. Potrebbe apparire fantascienza o un’idea lontana nel tempo. Ma negli ambienti cattolici più ortodossi è un pensiero che brulica ancora e che trova fondamento negli scritti di alti prelati.

Come accade per ogni altro disordine morale, l’attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio.

 Joseph Ratzinger, 1986

Joseph Ratzinger scrisse queste parole quando era a capo dell’istituto nato nel 1542 per vigilare sulle spinose questioni della morale e del credo e per difendere la Chiesa dalle eresie. Ecco, sono trascorsi poco meno di cinquecento anni da allora, ma non sembra che si siano fatti passi in avanti.

Ma torniamo a Nino e al nostro romanzo.

In quel circolo, Nino vive forse una delle esperienze più forti della sua vita. Essere spettatore del suicidio di una sua compagna di guarigione. Sabina, una ragazza che racconta di essere una Sentinella che veglia sulla vita, sulla famiglia. Come?

Stando in piedi, con le altre, nelle strade e nelle piazze, per testimoniare che il male, e il demonio, e la perversione omossessuale che stanno distruggendo la famiglia e la nostra società non devono passare. Per testimoniare il bene e la verità.

Ma alla fine Sabina non riuscirà neanche a salvare se stessa dall’abisso in cui era stata sospinta. Il suicidio e la morte di Sabina però diventano un trigger potente. Nino scappa dalla clinica e dopo anche dalla casa paterna. Nino da quel momento inizierà un viaggio, un percorso che sarà di scoperta. Ma soprattutto un viaggio che lo aiuterà a prendere consapevolezza di non essere nato con le ali sbagliate.

Le due figure sulle quali intendo soffermarmi e che sono polarizzate tra loro sono quelle del papà di Nino e quella di Grace.

Per il papà di Nino nel mondo esiste un ordine naturale che va rispettato. Ogni cosa trova nel creato il suo spazio. Ogni cosa viene incasellata all’interno di uno schema precostituito e se qualcosa esce dallo schema…bè va corretto. Succede lo stesso anche alle formiche.

Se qualcosa esce dall’ordine della colonia, le formiche lo riportano al suo stato naturale. È così da sempre, è una legge universale, che appartiene alla natura delle cose.

Un padre che quando ha disegnato dentro di sé il progetto di un figlio mai lo avrebbe immaginato così. E ora che quel figlio è nato ed è diverso dal suo progetto…anziché accoglierlo nella bellezza della sua unicità cerca di ricondurlo al progetto originario. Alla sua formula. Un padre amorevole che a suo modo cerca di proteggere Nino, cerca in tutti i modi di affermare quell’idea di felicità famigliare che pone le sue fondamenta in una presunta “perfezione”. E per farlo userà qualsiasi mezzo nei confronti di Nino, dal ricatto al senso di colpa.

Nino! Cosa stai facendo. Hai idea di come sta tua madre?

E solo quando alla fine si accorgerà che avrebbe davvero potuto perderlo quel figlio, si scioglierà in un pianto liberatorio che sorprenderà lo stesso Nino.

Non lo aveva mai visto piangere prima.

Grace invece è un transessuale che accoglie Nino nella sua casa dopo alcune avventure rocambolesche. Grace è quella figura educante che un po’ riscatta, per così dire, il genere adulto. A dispetto di tutta la schiera di persone che Nino aveva incontrato sin a quel momento e che avevano avuto la pretesa di cambiarlo e di farlo sentire inadeguato, Grace lo accoglie così com’è. Anzi, fa di più. Lo supporta, lo sostiene con quell’affetto a tratti materno. Si fa casa.

Una figura che spiazza quella di Grace. Un personaggio dal passato torbido direbbero i ben pensanti. In realtà, Grace ha attraversato i carboni ardenti dell’inferno. Sa cosa significa sentirsi sbagliati. E solo lei e la sua amica Maya riusciranno a far comprendere a Nino che è vero…si nasce maschio o femmina ma che non vi è nulla da scegliere. Semplicemente occorre capire chi si è davvero. Occorre dispiegare finalmente quelle ali e non credere a chi dice, a chi ti fa credere di avere le ali sbagliate.

E quando poi finalmente il papà di Nino e Grace si incontreranno e saranno lì uno accanto all’altro, Nino in quel momento coglie tutta la fragilità del padre e della sua formula. Grace avrà il potere di rompere quello schema ineluttabile in cui il papà di Nino aveva la pretesa di incasellare tutto il genere umano. Grace non è né bianco né nero. E in quel momento Nino per la prima volta nella sua vita si sentirà davvero vicino al padre.

L’adolescenza e la ricerca dell’identità

Gabriele Clima con sincerità, senza filtri, senza edulcorazioni ci racconta uno spaccato di vita, quella di Nino e della sua famiglia, che rappresenta perfettamente uno spaccato della nostra società. La narrazione in alcuni momenti arriva dritta come un pugno nello stomaco e ci spiattella davanti una realtà che genera dolore. E rabbia. Tanta. La cultura omofobica non è solo una gramigna che cresce nella società. Ma è lì davanti, spesso nascosta nelle pieghe della nostra pelle. E magari non ce ne rendiamo conto.

Ma Gabriele Clima mette a nudo anche il difficile rapporto tra genitori e figli e che spesso nasce dalla mancata coincidenza tra l’immagine che i genitori hanno disegnato e quella che un figlio tenta a tutti di costi di affermare. Certo, quello di Nino sarà un percorso doppiamente complicato ma in fondo quel dialogo interno, quel guardarsi allo specchio e chiedersi:

È Nino, quello? Sei tu, quello, Nino? Ma certo, non mi riconosci? Io ti riconosco, Nino, ma tu ti riconosci? Io? Sì, tu, Nino, chi è Nino?

…rispecchia la crisi di identità che tutti noi abbiamo vissuto in quegli stessi anni. Ecco, trascorriamo l’infanzia credendo di essere ciò che gli adulti ci dicono di essere. Trascorriamo anni a comportarci come la nostra famiglia ci chiede di fare. Poi però tutto si rompe. Arriva l’adolescenza e tutto viene messo irrimediabilmente in discussione. Ci si percepisce inadeguati. Con le ali sbagliate appunto.

E così ci mettiamo alla ricerca della nostra identità. E come lo facciamo? Attraverso una nuova polarità. Da una parte cerchiamo di liberarci a tutti i costi dal controllo che i nostri genitori hanno esercitato sino a quel momento. Ma al tempo stesso desideriamo che essi continuino a sostenerci. E quando questo desiderio viene disatteso ecco che, come accade a Nino, ci si senti soli e con le ali sbagliate.

Mi è apparsa subito nitida la connessione con un albo illustrato che propongo spesso durante i corsi di accompagnamento alla nascita. Il progetto di Brigitte Minne, illustrato da Kaatje Vermeire e uscito per i tipi di Kite Edizioni.

Lei e Lui non avevano mai fatto un bambino prima.
Cominciamo con il progetto, disse Lui.

Con le ali sbagliate
Il progetto di Brigitte Minne, illustrato da Kaatje Vermeire, Kite Edizioni 2020

Ma un figlio non è mai quello che ci si aspetta. Nessuno nasce con le ali sbagliate. E quella che anche i genitori di Nino rincorrono strenuamente, la perfetta normalità, non esiste. Se ne accorgeranno i genitori alla fine di questo splendido albo, ma se ne accorgeranno anche i genitori di Nino in un climax che vi lascerà incollati sino all’ultima pagina.

Mariapia Basile è fondatrice di Firmino, un progetto che nasce con l'intento di promuovere l'educazione alla lettura, l'inclusione, l'accessibilità e di diffondere la pratica della lettura condivisa ad alta voce. Avvocato e insegnante di sostegno nella scuola superiore di secondo grado, esperta di letteratura giovanile, realizza incontri e corsi rivolti a genitori, educatori, insegnanti.