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L’ora di educazione civica

L'ora di educazione civica

In questo momento storico, culturale e politico in cui la scuola è posta al centro di un vivace dibattito, sento la necessità di voler contribuire nel mio piccolo condividendo la mia formazione giuridica e offrendo spunti, contenuti e riflessioni utili per l’insegnamento dell’educazione civica.

Approfitto dunque di questo limbo in cui tutti siamo immersi per introdurre una nuova rubrica “L’ora di educazione civica”. Perché parlare in un sito dedicato alla letteratura giovanile di educazione civica? Per innumerevoli ragioni che di seguito andrò a spiegare.

Formare uomini e donne competenti nell’umano

La scuola è il luogo privilegiato del processo insegnamento-apprendimento, ma essa non è finalizzata esclusivamente alla costruzione di saperi. Oggi la scuola si trova ad affrontare una sfida importante all’interno di una società contemporanea in continuo cambiamento, una società “liquida”. I ragazzi oggi più che mai hanno bisogni di punti fermi, di punti di rifermento che li aiutino a sviluppare quelle abilità cognitive, emotive e relazionali necessarie per far fronte ai problemi della vita quotidiana.

Formare uomini e donne competenti nell’umano significa educare alla responsabilità, alla partecipazione, alla solidarietà, alla tolleranza, al rispetto della tradizione, all’inclusione contro l’esclusione, al dialogo, alla prossimità, al realismo, alla comprensione del sé storico o, volendo richiamare un’espressione cara a Don Milani, una scuola che insegni agli allievi a essere sovrani di se stessi…

A scuola di cittadinanza, a cura di Giuseppe elia, Progredit 2014, pag. 3

Promuovere la formazione del cittadino

L’Italia, lo dice la nostra stessa Costituzione, è “una Repubblica democratica”. La nostra è una democrazia liberale di tipo rappresentativo ovvero basata su elezioni libere. Il popolo dunque elegge i propri rappresentanti che assolvono alle funzioni legislative. Tuttavia, il modello liberal-democratico si esplica appieno soltanto quanto i cittadini hanno la possibilità di esercitare un controllo sull’operato dei propri governanti e partecipare in maniera piena alla vita politica, al di là del mero momento elettorale.

Ma perché ciò avvenga è indispensabile che tutti i cittadini abbiano un adeguato livello di istruzione.

Gramsci sosteneva che affinché la democrazia possa realmente svilupparsi è necessario formare tutti i cittadini come potenziali dirigenti. Occorre quindi che tutti abbiano gli strumenti necessari per maturare un proprio pensiero autonomo e critico circa le scelte operate dai propri rappresentanti.

Ecco perché nell’ambito di una democrazia come la nostra diventa fondamentale curare la formazione iniziale del cittadino, dotandolo di quegli strumenti di base affinché possa partecipare in maniera attiva alla vita democratica. Quali sono questi strumenti? Come la scuola può fornire una formazione iniziale del cittadino?

Il lungo percorso storico dell’educazione civica a scuola

“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, fu questa l’espressione che uso Massimo D’Azeglio all’indomani del 1861. Con la costituzione dello Stato unitario, diventava prioritario formare il carattere e la coscienza civica dei futuri cittadini. In tal senso il ruolo della scuola e dell’educazione civica assumeva un ruolo fondamentale.

Tuttavia, l’avventura del “fare l’italiano” si è compiuta in una serie di tappe spesso complesse e contraddittorie.

L’educazione civica fu introdotta nella scuola secondaria con il DPR 595\1958 su iniziativa di Aldo Moro, non come materia a se stante ma in forma integrata con Storia. Tale insegnamento continuò a permanere tra i saperi scolastici sino agli ’80, con la disciplina Studi Sociali inserita nei programmi della allora scuola elementare e tramite l’insegnamento di Educazione civica e cultura costituzionale. Con la riforma Moratti del 2003, si pensò di articolare quel sapere civico come “educazione alla convivenza civile”, che ricomprendeva: educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare e alla affettività. Soltanto cinque anni più tardi, nel 2008, venne introdotto nella scuola di ogni ordine e grado l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione.

Illustrazione di Emanuele Luzzatti tratta da La costituzione è anche nostra di Roberto Piumini e Valerio Onida, Edizioni Sonda.

La Carta diventa la “mappa valoriale” utile a costruire l’identità del cittadino e a esercitare la cittadinanza.

M. Santerini, L’educazione alla cittadinanza tra passato e futuro, pag. 299, PEnsa multimedia

Infine, per chiudere questa carrellata storica, arriviamo ai giorni nostri. È del 2019 la legge 92 che ha reintrodotto, nella scuola di ogni ordine e grado, l’insegnamento dell’Educazione civica. I contenuti di tale nuovo insegnamento trasversale si articolano in 3 grandi macro aree che fanno riferimento all’Agenda 2030:

  • Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà
  • Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio
  • Cittadinanza digitale.

Dall’educazione ai principi della Costituzione si passa ad una dimensione di civismo globale.

La letteratura per l’infanzia e l’adolescenza nella costruzione dei saperi etico-civili

Ed ecco perché inserire una rubrica di educazione civica all’interno di un blog sulla letteratura per l’infanzia. Sebbene a tale tipo di letteratura non sia mai stata data negli anni l’importanza che merita, un ossimoro a detta di alcuni, la stessa è uno strumento fondamentale di conoscenza del mondo e di costruzione dei saperi etico-civili. Già Rodari sosteneva che il bambino è anzitutto un cittadino, quindi deve conoscere la realtà sociale in cui vive e deve impegnarsi per cambiarla. I saperi etico-civili sono pertanto fondamentali nella formazione dei ragazzi di oggi, sulla linea di pensiero che fu di Alberto Manzi e Mario Lodi.

EMANUELE LUZZATI – La Lettura – SERIGRAFIA A TIRATURA LIMITATA, FIRMATA A MANO DALL’ARTISTA CM 17 X 25 2002 EDIZIONI D’ARTE IL VICOLO

In questa rubrica cercherò dunque di affrontare alcuni tra i contenuti in cui si articola il nuovo insegnamento dell’educazione civica e lo farò attraverso la lettura di un albo illustrato o di un libro di narrativa.

Sono numerosi gli scrittori che hanno deciso di rappresentare nei loro percorsi narrativi la realtà nella sua obiettività. Penso a Gabriele Clima, ad Antonio Ferrara, a Fulvia Degli Innocenti, solo per citarne alcuni. L’albo illustrato, invece, è uno strumento complesso dotato di molteplici livelli di lettura.

Con i bambini molto piccoli, a anche in diverse fasi della vita adolescenziale e adulta, noi educatori possiamo trovare nella letteratura illustrata un supporto importante per dare vita a un processo di apprendimento, quindi di conoscenza, e di formazione della coscienza etica ed ecologica.

ROsa tiziana bruno in Educare al pensiero ecologico, pag. 35, topipittori 2020

E mi permetto di aggiungere anche di formazione della coscienza civile. Sono anni che utilizzo l’albo illustrato sia nella lettura ad alta voce che nella mediazione dei saperi giuridici. Sono strumenti che creano ponti straordinari.

Allora che altro dire? Buon inizio di settimana a tutti voi e spero che nel tempo questa rubrica possa arricchirsi di spunti, riflessioni e contributi importanti di voi lettori.

Nota: Illustrazione di Emanuele Luzzatti tratta da La costituzione è anche nostra di Roberto Piumini e Valerio Onida, Edizioni Sonda.

Mariapia Basile è fondatrice di Firmino, un progetto che nasce con l'intento di promuovere l'educazione alla lettura, l'inclusione, l'accessibilità e di diffondere la pratica della lettura condivisa ad alta voce. Avvocato e insegnante di sostegno nella scuola superiore di secondo grado, esperta di letteratura giovanile, realizza incontri e corsi rivolti a genitori, educatori, insegnanti.